Tab Article
Roberto Biscaretti di Ruffia usa parola e immagini per inquadrare fatti, sentimenti, aneddoti e microstorie nella cornice di un immaginario oblò: la forma circolare allusa nel titolo e ricorrente nelle immagini che dialogano con i testi. O come Obla. O come oblò, orifizio attraverso il quale la visione accede a un mondo reale e sensibile. Questa raccolta, rispetto alla precedente Photolyricon (Allemandi, 2012), rappresenta una fase più matura e pensosa nella concezione delle immagini e dei versi. Una tradizione illustre che spazia dai calligrammi rinascimentali alla Poesia Visiva, dove affiora la passione di Biscaretti per le vertiginose analogie scatenate da Paolo Conte, altro innamorato di un Novecento gravido di futurismo. Biscaretti spazia dall'elegia alla satira, dall'ironia al componimento erotico: anagrammi, crittogrammi, a volte rebus, calembour, libere associazioni di pensiero, onomatopee. L'autore si abbandona felice alla trasgressione patafisica. Biscaretti di Ruffia è uno degli ultimi fanciullini pascoliani?